bruciano sulle tue gengive secche, come coriandoli di carta velina, quel movimento spezzato con cui tiri il labbro superiore per ricoprire gli incisivi di una patina di saliva e nascondere la secchezza dei tuoi orifizi e l'orrore delle tue parole.
hai una tagliola al posto della bocca e apri e chiudi e falci vite e futuri e bambini e cuscini di divano e cibo per gatti.
la tua piccola testa di topo su corpo di vomito di corpo: avanti e indietro, destra e sinistra.
racconti nervosa dei vantaggi organizzativi e democratici dell'investimento pubblico in vasi di fiori da appendere a finestre di case dove non c'è riscaldamento per tutti.
la forchetta ti pianto nel collo più e più volte e ti apro la gola con le mani, ti strappo la trachea, fa un rumore come quando disosso il pollo.
poi fuori è freddo ma senza stelle e ho i lampi nella testa ma non mi sento in colpa per averti tracheotomizzato, solo a disagio per la mia dissonanza con le regole del buon vivere sociale che mi obbliga a odiare i miei compagni.
e la sua lingua era come un verme che ti spolpava i midolli?
RispondiEliminae tu sentivi la punta della tua schiacciarsi quando si avvicinava?
e le mani prudere per davvero?
se è così, ti capisco. Se no, no.
la lingua grossa della nausea avevo, quella prima del conato. adesso ho mal di testa. il fegato pieno di codeina da smaltire.
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