cerco di piegare questo foglio, lungo le linee fustellate, predisegnate, da me, ieri o l'altroieri.
con queste mani, che tremano un po' e sono stanca di continuare, di dover portare gli occhiali.
piego il foglio e viene male, mi incazzo, lo appallottolo, urlo.
tu lo raccogli, lo lisci, mi dici, va bene, va bene. non vedi che va bene?
non vedo. non voglio vedere. voglio solo riuscire a piegare questo cazzo di foglio lungo le linee fustellate, predisegnate, da me, ieri.
come lo chiami quel suono che stride nella testa?
sì che lo vedi.
RispondiEliminaquel suono non si chiama. è nella tua testa,, lo dici anche tu, no?
il mio è un metronomo rincoglionito.
RispondiEliminaandrea, vieni a battere i tamburi. cacceremo il suono dalle teste.
RispondiEliminams, giusto quello ci serve.
RispondiEliminaun metronomo rincoglionito per un concerto di tamburi scemi
quel suono è una fustellatura fatta di merda
RispondiElimina(la mia è deformazione professionale).
Non lo valuta mai nessuno il senso di fibra della carta.
la fustellatura è fatta da me.
RispondiEliminasono una fustellatrice di merda.
mi devo rassegnare
ci vuole solo lo strumento adatto.
RispondiEliminaNon mi sembri una che si rassegna.
sono testarda
RispondiEliminarassegnata alla reiterazone
o forse solo accomodata
cambio gioco quando stufa, mai prima