sabato 2 ottobre 2010

Mosche lente, grasse, rinscemite dal freddo e dal grigio continuano a infiltrarsi nelle crepe degli stipiti di legno marcio delle finestre di alexandra house. Vivono in densi grumi neri, immagino si mangino tra loro, con indifferenza, senza identità, senza paura.
Non conosco sopravvivenza senza colpa. Il cannnibalismo mi è inevitabile.
Cadono piccoli cadaveri addormentati quando apro la finestra. Una, al massimo due volano via, sorrette dalle correnti ascensionali del riscaldamento.

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