giovedì 23 dicembre 2010

Odio questa città dove è così profondamente inutile e doloroso essere intelligente e bella, o sentircisi, o provarci. Queste strade, questo grigio profondo, piatto, duro, senza vita e senza speranza di vita, dove non c'è più desiderio di nulla, solo delle vittorie del milan.

In cicli indistinti e senza ritmo, segue una lunga e lenta espirazione, uno svuotamento, si dissangua e impallidisce. Ed io, che da qui provengo mi chiedo sempre se, andandomene, mi sono portata via un lembo infetto di questo cancro divorante.

Quando ci torno, tremo a vedere quello che sarei potuta diventare se non fossi fuggita, una donna senza sogni che non includano una visita alla casa della plastica, un abbonamento per dieci depilazioni al centro benessere, e una sera all'anno con le compagne del liceo.

Ma mi hanno chiamato le sirene ed ho sognato di essere lepre, di essere volpe.
Mi hanno chiamato a vivere in vibrazione sui confini.

I am puzzled as the oyster, I am troubled as the tide

3 commenti:

  1. http://www.youtube.com/watch?v=bWJIcryL2kI

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  2. A me le uniche sirene che potrebbero chiamarmi..sono quelle del 118!
    Pensa te... ;)

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  3. andrea, la marta non mi si suona

    tso per grace!

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