venerdì 22 ottobre 2010

bruciano sulle tue gengive secche, come coriandoli di carta velina, quel movimento spezzato con cui tiri il labbro superiore per ricoprire gli incisivi di una patina di saliva e nascondere la secchezza dei tuoi orifizi e l'orrore delle tue parole.

hai una tagliola al posto della bocca e apri e chiudi e falci vite e futuri e bambini e cuscini di divano e cibo per gatti.
la tua piccola testa di topo su corpo di vomito di corpo: avanti e indietro, destra e sinistra.
racconti nervosa dei vantaggi organizzativi e democratici dell'investimento pubblico in vasi di fiori da appendere a finestre di case dove non c'è riscaldamento per tutti.

la forchetta ti pianto nel collo più e più volte e ti apro la gola con le mani, ti strappo la trachea, fa un rumore come quando disosso il pollo.

poi fuori è freddo ma senza stelle e ho i lampi nella testa ma non mi sento in colpa per averti tracheotomizzato, solo a disagio per la mia dissonanza con le regole del buon vivere sociale che mi obbliga a odiare i miei compagni.

2 commenti:

  1. e la sua lingua era come un verme che ti spolpava i midolli?
    e tu sentivi la punta della tua schiacciarsi quando si avvicinava?
    e le mani prudere per davvero?

    se è così, ti capisco. Se no, no.

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  2. la lingua grossa della nausea avevo, quella prima del conato. adesso ho mal di testa. il fegato pieno di codeina da smaltire.

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